Un quarto di secolo fa ho cominciato a scrivere, anzi, bisogna dire sceneggiare fumetti Disney. Mi piacer considerare quello il mio punto di partenza, che poi resta anche sempre un punto di arrivo. Sebbene, a dire il vero, qualche fumetto lo avessi già scritto prima. E qui il verbo scrivere ci sta bene: non avevo ancora un'idea chiara di che cosa significasse sceneggiare una storia. Progettarla.
La maggior parte delle parole che scrivo in una sceneggiatura, quando svolgo il mio mestiere di ogni giorno (domeniche e feste varie comprese), le leggiamo soltanto io e il disegnatore, con in mezzo la redazione. I dialoghi sono, in proporzione, una piccola parte. Perlopiù si tratta di descrizioni, a volte parecchio meticolose (e comunque mai scarne: sono fatto così), di quello che sarà disegnato. Un lessico fatto di piani, di campi, di angolazioni, di posizioni nello spazio... parole che si trasformeranno in immagini. Con l'interpretazione del disegnatore, ovviamente. Che però non è mai un semplice esecutore, figuriamoci.
Non amo molto i paragoni fra cinema e fumetto. Quando mi dicevano: "Bella, questa tua storia. Sembra un film", rispondevo con tiepidi ringraziamenti. Oggi invece mi dicono: "Bella, sembra un romanzo". Vabbè. Ma, dicevo, pur non amando quel tipo di paragone, funziona abbasta bene immaginare lo sceneggiatore di un fumetto come tutta la troupe (dal regista al costumista, oltre naturalmente allo sceneggiatore stesso del cinema) e il disegnatore come tutto il cast, che interpreta il film.
In occasione dell'assegnazione del Romics d'Oro, che mi rende enormemente felice, sono state raccolte una piccola, ma preziosissima, parte di tavole a fumetti realizzate da grandi disegnatori in base a mie sceneggiature. Penso che diano un'idea di quanta fortuna io abbia avuto e, mi auguro, almeno un po' meritato. Di certo, sono la prova di quanto io ami spaziare, di quanto ne abbia bisogno: fra Disney e Bonelli, passando per Diabolik e altro ancora. Così come, da lettore (e da spettatore), non potrei mai dedicarmi a un unico genere, pena la noia... da autore, ho l'esigenza di potere cambiare registro, pur mantenendo il mio stile. Del resto, come vado sempre ripetendo, pure a me stesso: tutto i lettori potranno perdonarti, tranne la noia.
Buon divertimento, quindi. E grazie, a tutti voi e in particolare allo staff di Romics. Gente fantastica, con il superpotere della pazienza.
Tito Faraci